“Il sogno del
cavallo” è una raccolta di liriche, edita nel 2008, della poetessa senese Maria
Teresa Santalucia Scibona, dedicate a Siena ed al suo territorio. Il
volume raccoglie liriche edite (comparse singolarmente su
quotidiani o periodici) ed inedite, scritte dall'autrice nel lungo
periodo che va dal 1961 al 2006 e da cui traspare il
profondo amore della poetessa per la sua (e nostra) città. Di seguito ne
pubblichiamo una selezione.
P A L I O
Veglia
nell’opacità della notte
il cuore sospeso
del Barbaresco.
Invoca, nelle
spente
ore di sonno, il
privilegio
del fato
imponderabile.
Sul tufo friabile
il rito incessante
si ripropone.
Si odiano le
avverse contrade
e sognano la
vittoria contesa
con esaltazione
violenta.
L’animo fiero del
cavallo
spasima invano
nell’ultimo scarto,
lo splendore di
una gloria inebriante.
Scaltro il fantino
mercenario del
coraggio, colpisce
implacabile la
criniera tenebrosa
e con segreti
inganni
la corsa temeraria
vince.
(Siena, 2 Luglio
1989)
A SIENA MIA
Siena mia dolce,
madonna
addormentata,
mollemente adagiata
su ubertose colline
ove fronde d’ulivi
si vestono
d’argento.
Vigila sul sonno
senza tempo
l’esile torre che
svetta snella
su vetuste case.
Nidificano
tra gotici
bastioni le brune
taccole e
svolazzano ignare
delle umane cose.
Ti ridesti dal
languido torpore,
nella calda
stagione .
Ornata di vessilli
discendi
in piazza, ivi
pulsan vibranti,
animi fieri della
gente tua.
A sera, mentre i
tamburi
rullano in
sordina, tremule
fiaccole
rammentano alla luna
antiche trame di
rudi cavalieri
ti riaddormenti
placida ed altera,
sul letto
incastellato dalle mura
e sogni fra
bandiere
che gonfiano di
vento,
le gesta
vittoriose dei destrieri.
(Siena, Agosto
1983)
UN SENTIERO DI
PIETRE
Un sentiero di
pietre
cinge le mozze
torri
ove del sole il
raggio
snida le celle
d'ombra
e la rosa di maggi o
inonda orti e
balconi.
Città mistica e
profana
la tarsia
dell"Ermete
e la cumana Sibilla
son rivali alla
tarsia di Mosè.
La carsica Diana
muove
sommessa l'onda
La Vergine Signora
delle mura sventa
i perigli .
Un calmo timoroso
abbandono
consente al popolo
senese
virile libertà di
vita
e un volontario
isolamento
Popolo fiero il mio
ostinato,
belligerante.
Fido custode di
reperti,
degno di somma
gloria
per quella
vittoriosa
Montaperti che
fece storia.
Odi violenti
fioriscono
nelle vetuste
armature dei prodi
ardenti amori
dilagan per le vie
fra gaie risa e
canti
che il rubro
Chianti allieta.
E Sunto il
campanone
che dalla torre
mira
fra sé sospira
irato
per quel nobile
vino
celato nel
Bastione.
(Siena, 11
febbraio 1992)
PIAZZA DEL CAMPO
E’ incupita la
torre
e a buon diritto
cova un’ansia
liberatrice
di placida quiete.
Lei la Superba
dai gotici sguardi
sospesi
nel damasco del
cielo.
Ancora si commuove
per l’agonia degli
ulivi,
che oltre le mura
fecero posto
all’abitato amorfo
sorto a casaccio.
Piccioni
imprevedibili frullano
voli fra tartine e
caffè.
Incalza il
vorticoso giro
del turista, con
sosta
al Beauburger
tutto compreso.
Corpi discinti
lasciano timbri di
sudore
sul logoro
impiantito,
coscienza storica
di memori
battaglie.
Nuovi
conquistatori senza pedaggio
assediano il
sacrario - cuore
di natie
generazioni.
Ignari delle risse
e del sangue
bollente e recidivo
che flusso vivo è
sopito
nelle vene
pazienti dei senesi.
(Siena, agosto
1987)
Riferimenti
bibliografici: Maria Teresa Santalucia Scibona, Il sogno del
cavallo, a cura di Mario Comporti,
postfazione di Fausto Tanzarella, Pascal Editrice, 2008, Siena.
La copertina del volume è opera di Enzo Santini, pittura a olio su tavola (74x50), anno 2000.
Si ringrazia l'autrice per la cortese autorizzazione alla pubblicazione delle liriche.
La copertina del volume è opera di Enzo Santini, pittura a olio su tavola (74x50), anno 2000.
Si ringrazia l'autrice per la cortese autorizzazione alla pubblicazione delle liriche.
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