Pillole quotidiane di storia senese
di Maura Martellucci e Roberto Cresti
di Maura Martellucci e Roberto Cresti
Il 6 febbraio del 1108 il vescovo Gualfredo spinse un gruppo di senesi a trafugare le spoglie del patrono Ansano, dal luogo del martirio, cioè Dofana, nella diocesi di Arezzo. Dopo uno scontro armato con gli aretini, i senesi si impossessarono del corpo e lo riportarono a Siena per dargli una degna sepoltura in Duomo.
Il popolo in attesa si radunò nella zona dei futuri Pispini e, intravisto il corteo con il corpo del Santo, iniziò ad urlare “il Santo viene, il Santo viene”: la leggenda vuole che porta San Viene prenda da questo il suo nome. La realtà, tuttavia, è meno poetica e il toponimo “San Viene” deriva dalla volgarizzazione operata dal popolo sull’intitolazione latina della vicina chiesa di Sant’Eugenia.
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Annunciazione del Duomo di Siena di Simone Martini e Lippo Memmi (1333) particolare del volto di Sant'Ansano. |
Il popolo in attesa si radunò nella zona dei futuri Pispini e, intravisto il corteo con il corpo del Santo, iniziò ad urlare “il Santo viene, il Santo viene”: la leggenda vuole che porta San Viene prenda da questo il suo nome. La realtà, tuttavia, è meno poetica e il toponimo “San Viene” deriva dalla volgarizzazione operata dal popolo sull’intitolazione latina della vicina chiesa di Sant’Eugenia.
Tutti i giorni le pillole quotidiane di storia senese sono anche su Antennaradioesse Siena alle ore 8.45, all'interno dell'almanacco. Ringrazio Maura Martellucci per aver cortesemente autorizzato la pubblicazione di questa nota.
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