Proseguiamo la pubblicazione delle
liriche dedicate a Siena da Maria Teresa Santalucia Scibona. Per questo
articolo l’autrice ci ha fatto una sorpresa del tutto particolare:
oltre ad altre quattro poesie pubblicate nella raccolta “Il sogno del
cavallo”, ci ha regalato due preziosi testi inediti.
Traspare come sempre il profondo amore
dell’autrice per Siena, colto nella molteplicità delle sue componenti:
la tradizione ancora vitale, le strutture architettoniche (qui Fonte
Gaia), il rito del Palio, il dinamismo della Carriera. A “chiusura del
cerchio” delle “affezioni senesi” si impone l’amore di Contrada (nel
caso della nostra autrice la Torre) e il desiderio di trionfo, mai domo
neppure dopo quarant’anni di mancate vittorie …
Ne risulta una Siena a tutto tondo che
siamo certi saprà affascinare anche il lettore non senese …
SAENA VETUS
Cinta da una sobria
staticità.
tutto può accadere fra i
vicoletti
angusti ove libera spazia, l’alma
medievale dell’amata città.
Nei segreti recessi delle mura,
salgono in verticale i nostri
sogni,
nutriti dal materno seno che
spande
gloria. La gotica signora
abbraccia
e ninna, coi tamburi che fremono,
memorie ghibelline della storia.
Piazza del Campo soffusa di grazia
e di beltà, si adorna con l’abito
mattone spinato in diagonale.
E mentre strizza l’occhio al campanone,
concede al vecchierello, a me sua
figlia,
ai bambini che “ruzzano” felici,
al timido piccione, di calcare
l’ocra mantello della sua
conchiglia.
A Siena, ogni famiglia è da sempre
avvinghiata alla Contrada, in
essa
tempi lunghi vive, rassoda, salva
e propaga le geniali radici.
Infine, vegliata dagli amici
muore,
saldata a lei da sviscerato
amore.
(Siena, domenica 19 marzo 2006)
BALLATA PER
FONTE GAIA
Da
Fonte Gaia perla della notte
mito
perenne d’antica civiltà
ardono
fuochi di verdi speranze
nel
cuore etrusco della città.
Come
gabbiani che fendono l’aria
parole
volano senza catene
oltre
le lacrime e le ferite
parole
semplici, parole ardite.
Un
canto lieve ricco di promesse
gaudioso
annuncio di pace e libertà,
che si
propaga negli irti vicoli
in
contrade dense d’umanità.
Musica
dolce, musica ardita
corda
che vibra rime d’amore
effondi
algida per Siena Turrita
l’ambito
sogno d’un mondo migliore.
Tu
Fonte Gaia perla della notte
furore
e sangue, gloria di ieri
memoria
intatta di gotica storia
sei la
regina di alati destrieri.
Parole
semplici senza talento
senza
confini, senza barriere
libere
alte, sulle ali del vento
varcano
i monti e le frontiere.
(Siena,
agosto ’91- ottobre 1997)
I
RITI SECOLARI DELLA FESTA
a Duccio Benocci
Il
popolo di tutte le contrade,
dalle
tintinnanti monture
procede
lento, regale
sul
tufo pernicioso.
Ognuno
fra sé sogna la gloria
che
l’anima segreta agogna.
Promette
ai santi protettori,
preci
candele e fiori.
Nello sfolgorio
delle chiarine
d’argento,
rullano i tamburi,
cadenzando
il Passo della Diana.
Al suono allegro
della Martinella
trascinato da
candidi bovini,
il carroccio
porta in processione
la Balzana
bianco-nera, simbolo
di battaglie e
libertà;
degno reperto
d’antiche Signorie.
Davanti al carro
sventola
gaudioso il
Drappellone
emblema di
vittoria e vanto
della magica
città.
Mentre la sera
incalza sulla piazza,
la luna dalla
trifora del cielo
commenta il
turbinìo della Carriera.
(Siena, venerdì 11 Novembre 2011) – lirica inedita
LA CORSA CRUDELE
a Vincenzo
Bocciarelli
Ardita,
elegante, s’innalza
la
Torre d’avvistamento ,
risplende algida, sospesa
in
celestiale atmosfera,
a
difendere e tutelare
dalle
guelfe invasioni
la sua
gente senese.
Di
secolo in secolo,
anela
sfidare la sorte,
insegue
l’insaziata gloria.
Si
rinnova lo spirito e la vita
con le
dispute accese dei rioni,
nella
terra consacrata a Maria.
Dall’alto
Lei, veglia cattivi e buoni.
Celata
nell’ involontaria
clausura
da turpe malattia,
come
stoppino liso, rabberciato,
ancora
non mi arrendo.
Galoppa
sfrenato il mio cuore,
impavido
affronta la curva
a
gomito, sbatte nei materassi.
si
riprende, schiva il colonnino
Simile
ad un fantino, sfreccia
sul
tufo compresso, calpestato;
Inatteso
bersaglio, la nerbata
lo
colpisce, con smorfie di dolore.
Rallenta
per un istante la corsa,
azzarda
il rischio di un sorpasso
con
rabbioso furore si aggiudica
l’ambito
Cencio, simbolo di patti
violabili
sino alla mossa.
Mentre
il mortaretto di colpo sbotta,
ìl
cuore sorride trionfante.
(Siena,
giovedì 31 marzo 2011) - lirica inedita
LA GRANDE PAZIENZA DELL’ELEFANTE
(Alla mia Torre)
Da
tempo invochiamo
una
vittoria mai garantita.
Di
nuovo il fato maldestro
e
ghignante ha sperperato
in
giochi sibillini
l’inesausta
miniera delle nostre speranze.
Piaghe
scarlatte come petunie
non
sono ancora rimarginate
e gli
animi sono tesi come corde di stradivario.
Sento
che presto il prodigio accadrà,
il
sogno inattuato prenderà corpo.
Per noi
vibreranno gli squilli
argentini
delle chiarine.
Le
rubre bandiere
lambiranno
il trinato
rosone
del Duomo
e i
merli festanti del torrione.
Lasciate
che i tamburi
rullino
fino a notte fonda.
Lasciate
che il vino inondi
di
gioia il tufo e la conchiglia.
Solo
allora il grido
liberatorio
dell’immenso
amore
contradaiolo
varcherà
riconoscente
i
chiusi portali del cielo.
(Siena,
23 agosto 1998)
BERIO
(alla mia amata
Torre)
Berio,
che scalpiti fremente
sul
giallo tufo
con la
criniera al vento,
da
tempo noi di Salicotto
culliamo
in cuore
l’ardente
desiderio di vittoria,
non
deluderci ancora.
Attento
cavallino
nei tre
giri di piazza,
eludi
le insidie vorticose
dell’avverso
fato, schiva
le
feroci nerbate del nemico,
veloce
schizza via.
Prima
dell’aspra curva
del
Casato, datti una mossa…
corri a
perdifiato verso la gloria
Daccelo,
daccelo, Berio
il
sospirato cencio.
Uniti
dall’ indomito coraggio
entra
con Trecciolino
per dir
grazie all’Assunta in Cattedrale
e con
tale insperato salvataggio
nella
nostra storia paliesca
sarai
considerato un immortale.
(Siena, Lunedì 15 Agosto 2005)
Se non altrimenti indicato le
liriche sono tratte da : Maria Teresa Santalucia Scibona, Il sogno del cavallo, a cura di Mario Comporti, postfazione di
Fausto Tanzarella, Pascal Editrice, 2008, Siena.
La foto (il cavallo Berio ed il
fantino Trecciolino durante la Carriera vittoriosa del 16 agosto 2005) è tratta
dal sito della Contrada della Torre.
1 commento:
Se "Siena è un tesoro prezioso che appartiene a chi la ama con discrezione e rispetto ..." cominciamo a pensare e non solo sognare che un giorno le nostre città torneranno ad essere il centro della vita politica, sociale, culturale, ed istituzionale di questo paese...
Joseph Gary da www.comunitainfermento.wordpress.com
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